Spettacoli di Prosa

Giovanna D'Arco, le donne e la scelta 

di David Norisco
con Mario Focardi, Agnese Lorenzini, Alioscia Viccaro, Ana Kusch
scene Tiziano Fario
costumi Alessandra Mené
musiche Eugenio Tassitano
disegno luci Roberto Zorzut
regia Filippo d’Alessio

…dopo aver giurato di dire la verità, spiegai che non avevo promesso nulla a quell’uomo…

Irrefrenabile e insofferente alle Autorità che cercano di sopprimere la sua voglia di autoaffermazione e libertà, Giovanna D’Arco non cede mai alla tentazione di arretrare ad una condizione determinata dal contesto sociale. Ogni suo atto e ogni sua scelta affermano con forza la sua libertà già nel semplice e fortemente simbolico vestire da uomo. Libera da un femminile fortemente delineato da una forma mentis misogina perpetuata dal clero e rinforzata dal pensiero aristotelico nelle università: non solo Dio, ma anche la Natura, avevano voluto la distinzione dei sessi per garantire la sopravvivenza della specie: (l’imbecilllitas sexus). Una lotta con se stessa di fronte a scelte in cui l’essere donna richiede passaggi di rottura con vissuti ingombranti determinati dalla logica del potere. Non più Giovanna l’Eroina, Giovanna la Santa, Giovanna la Strega… davanti al suo destino c’è solo Giovanna, una donna con le sue contraddizioni, le sue paure, la sua passione, la sua irruente vitalità e una fragilità che non cede mai posto al rimpianto o all’autocommiserazione.

 

ELISABETTA I, le donne e il potere 

di David Norisco 

con Maddalena Emanuela Rizziscene Tiziano Fariocostumi Silvia Gambardella

musica Eugenio Tassitanoregia Filippo D’Alessio

 Il tema del potere da sempre vive di un immaginario al maschile, anche quando è una donna al posto di comando. Lo sguardo che osserva i comportamenti e le dinamiche che identificano il potere è spesso distorto dall’antico retaggio che gli uomini hanno imposto. Come le donne si sono orientate in rapporto al potere, dentro questi stretti confini, è ciò che con attenzione proviamo ad indagare ed Elisabetta I ne è la figura emblematica. I confini del potere si disegnano in strategie, tattiche, linee orizzontali e verticali: una partita a scacchi immaginata dagli uomini giocata da una donna. Cosi tutto cambia, i contorni assumono colori imprevisti, il rapporto con il potere vive di continui conflitti, le tensioni sono stridenti, le soluzioni impreviste. Il potere è come una macchina infernale pronta sempre a prendere il sopravvento…


Elisabetta I, le donne e il potere  

Tre cuori e una capanna in un'isola dei mari del sud 

di David Corsoni
con Maddalena Rizzi, Andrea Murchio, Marco Prosperini e Alioscia Viccaro
scene Tiziano Fario - costumi Silvia Gambardella
disegno luci Roberto Zorzut
regia Filippo d’Alessio

Commedia esilarante che racconta la storia di tre naufraghi ai vertici dell’eterno triangolo: marito, moglie e amante della moglie. Sbattuti su un’isola deserta, si ritrovano a “soggiornare” in due capanne. In questa paradossale situazione con difficoltà si realizzano le diverse strategie dell’adulterio tradizionalmente consacrato. Per semplificare le cose l’amante decide di raccontare tutto all'amico che per niente sorpreso propone un compromesso: concede alla donna di vivere maritalmente una settimana con l’uno e una settimana con l’altro. Le conseguenze saranno inevitabilmente curiose: l’amante assume la psicologia del marito e il marito quella dell’amante. Il naufragio scarica sull’isola un terzo incomodo in un finale dal sapore shakespeariano sospeso tra sogno e realtà.

Come ammazzare la moglie o il marito
senza tanti perchè

 di Antonio Amurri -  dialoghi di F.Fanuele 
con Maddalena Emanuela Rizzi Andrea Murchio Bruno Governale Alessandra Cavallari
scene Tiziano Fario - costumi Silvia Gambardella
musiche Francesco Fiumara 
regia Filippo d'Alessio 

  La comicità di Amurri, stringata ed elegante, prorompe, in maniera emblematica, con una vena ironica dissacrante e con i suoi commenti e giudizi portati al limite di assurdi ma divertenti “consigli di rapida eliminazione” , mette sotto una spietata lente di ingrandimento, vizi e difetti, incomprensioni ed egoismi, nevrosi e comportamenti maniacali di una lunga serie di mogli e di mariti ingombranti, di fronte ai quali non vede altra possibilità che una pronta e spietata eliminazione. Carrellata di “tipi” e di situazioni dalla comicità che non cede alla tentazione di una battuta volgare o alla costruzione artificiosa di una stupidità assai poco probabile. Allegria e comicità elegante intorno al tema delle relazioni di coppia di un tempo in un parallelismo quanto mai attuale con i paradossali comportamenti di chi anche oggi si appresta alla vita di coppia. Una commedia dall’ umorismo elegante che punta il dito sulla vita di coppia, ne presenta in modo esilarante le dinamiche che caratterizzano a volte inconsapevolmente il vivere quotidiano. Il tutto giocato in uno specchio che riflette in una giovane coppia pronta a sposarsi, umori e pensieri e considerazioni sul tema del matrimonio.

Maria Stuarda, Le donne e il potere  

di  F. Shiller -  rielaborazione di  F. Fanuelecon Maddalena Rizzi, Maria Cristina Fioretti, Roberto Zorzut, Livia Caputo 
scene Tiziano Fario -  costumi Silvia Gambardella 
musiche Eugenio Tassitano 
regia Filippo d'Alessio 
 Lo spettacolo indaga il rapporto tra le donne e il potere attraverso i paralleli: Donna – Potere, Amore – Politica, Ragione – Passione, Maschile – Femminile. La vicenda di due figure imponenti: Maria Stuarda ed Elisabetta è quanto mai attuale e sottolinea le relazioni che da sempre sono caratteristiche nell'universo femminile. Due donne al potere la protestante Elisabetta I, regina d’Inghilterra, e la cattolica Maria Stuarda, regina di Scozia. Ruota intorno ad esse un universo maschile che si aggrappa a loro nell'incomprensione dei loro comportamenti.
Due donne di potere speculari: Maria l’eroina romantica, passionale, irrazionale, debole nel governare e nutrita dall'amore divino fino a diventare l’icona della martire Barocca; ed Elisabetta una fine mente politica, energica, dura prima di tutto con se stessa che rinuncia alla vita sentimentale per il potere. Il dramma ruota intorno alla fondamentale antitesi amore – politica: da un lato il mondo di Maria, che è amore bellezza moralità e morte trasfiguratrice, dall'altro il mondo di Elisabetta, che è politica necessità ipocrisia e trionfo apparente.
“si attua concretamente la conciliazione della libertà e della necessità”. Un crescendo serrato verso la catastrofe, il fatale tratto di penna di Elisabetta che suggellerà la sentenza già pronunciata e segnerà la sorte di Maria.

Bacio dopo bacio 

di Paloma Pedrero
con  Maddalena Rizzi, Antonia Renzella, Andrea Murchio
scene Tiziano Fario  costumi  Silvia Gambardella
regia Filippo d’Alessio
A volte dimentichiamo che la vita tiene in serbo per noi un bacio nuovo in qualsiasi angolo. La vita all’improvviso, ci regala un bacio. E ci sono baci che sono come uno scontro di treni, altri sono come un poema. Ce ne sono di aspri e di dolci come ciliegie mature. Ci sono baci di bambini cattivi e baci di vecchi buoni. L’importante è che ci siano. “BACIO DOPO BACIO” è un invito a sognare, a ricordare quei tempi in cui si è state ingenue, a convincerci che non c’è un momento né un’età per rinascere con un bacio. Ho voluto raccontarli tutti in chiave umoristica, ma lo humour si è mischiato a inquietudine, malinconia, desiderio, dolore, passione, paura. Quando due persone uniscono per la prima volta le loro bocche, almeno una fiamma si accende. O una fiamma si spegne. L’amore, qualsiasi tipo di amore, muove il mondo. Lo muove nel senso buono, verso il futuro, verso la costruzione. Ma l’amore erotico, quello che arriva quando meno te l’aspetti, è il più forte, il più misterioso. Ci fa ballare, muovere i fianchi di legno, le dita stanche, il cuore che avevamo messo in pensione. L’amore erotico, il desiderio, è l’opposto alla morte. Un istante, mille istanti di resurrezione. “Beso a beso” è un canto all’amore nuovo, uno spettacolo di farfalle nel corpo.     (Paloma Pedrero)Il bacio nelle sue mille forme attraversa la vita. Accompagna l’infanzia nelle scoperte affettive, ti mette alla prova in gioventù. Il bacio lo ritrovi inaspettatamente nella quotidianità pronto a sorprenderti: semplice, impegnativo, fondente. Lo ritrovi e lo cerchi anche quando la vita si spegne. La vita appunto, dalla nascita, attraverso i tanti momenti fino alla morte raccontata dal bacio, segno universale di sentimenti, affetti, amore, speranze, sogni, un viaggio bellissimo che ogni bacio suggella all’eternità. Questo provo a raccontare in una scena, fatta di sogni, colori,musica .