Chi me l' ha fatta in testa 

Dall’ omonimo libro di Werner Holzwarth e Wolf Erlbruch
adattamento teatrale di Aharon Levin e Yaron Eldenstein
traduzione e regia Claudia Della Seta
con Claudia Della Seta, Sofia Diaz e Daniela Giovanetti
A una talpa graziosa, ma decisamente miope, accade un piccolo incidente: qualcuno le ha fatto la cacca in testa! Ma chi è il colpevole? Per scoprirlo la Talpa dovrà svolgere argute ed esilaranti indagini tra tutti gli animali con grande delizia di bambini e adulti. Alla domanda “sei tu che me l’hai fatta in testa?” ciascun personaggio risponderà “io la faccio così” e mostrerà le varie fattezze e consistenze delle sue puzzolenti produzioni. Riuscirà alla fine a rintracciare il responsabile? Certo che si, con l’aiuto di due esperti del settore: due mosche! Un piccolo delizioso classico diventato celebre nel corso degli anni perché sdogana l’argomento tabù più amato dei piccoli.

La Pentola d'oro 

tratto da L’Aulularia di Tito Maccio Plauto
testo e canzoni Franco Fanuele
regia  Filippo D’alessio
con Roberto Zorzut, Livia Caputo, Roberta Gentili, Bruno Governale, Alioscia Viccaro, Maria Vittoria Pellecchia, Andrea Baldoffei
Euclione, vecchio avaro che vive con la sua devota serva Stafila, nasconde in un luogo segreto una pentola piena d’oro trovata nel focolare della sua casa. Sospettoso e malfidato, teme che tutti vogliano privarlo della sua fortuna. Promette sua figlia, segretamente innamorata di Liconide, in moglie al ricco e non più giovane Megadoro; durante la preparazione delle nozze vive con sospetto ogni attività che cuochi e serve si apprestano a fare convinto che tutti ordiscano per privarlo della sua fortuna. e decide, così, di nasconderla in un altro luogo. La serva Strobila coglie cosi l’occasione di impadronirsi della Pentola. Equivoci, dialoghi e verità svelate riconducono alla ragionevole soluzione.

Un regalo meraviglioso 

da LA GIARA di L. Pirandello
con Roberto Zorzut, Alioscia Viccaro, Livia Caputo, Roberta Gentili, Dario Carbone
regia Filippo d’Alessio
Una produzione che ripercorre, sull’onda di un verismo fiabesco, quelli che sono gli enigmi tipici: la ragione è del padrone della giara o chi l’ha riparata rimanendovi prigioniero? Una verità esterna e una verità interna. L’andamento dello spettacolo è pieno di trovate attraverso le quali la fatalità degli avvenimenti si incrocia con quella delle persone in un divertente incastro. Alla lucida follia del padrone della giara si contrappone la pacata ironia dell’artigiano che la riparerà con la sua colla miracolosa. Viene a galla tutto un mondo di tradizioni tramandate generazione dopo generazione ma oramai arrivate al capolinea. “La giara” però si presta all’intrusione letteraria di un altro racconto pirandelliano, “La patente”, che, come si sa, non indica il documento per guidare un veicolo ma l’attestato pubblico di jettatore e che nella nostra commedia cerchiamo di mostrare come un inutile retaggio ancestrale. Fa una breve comparsa anche un atto unico di Cechov, “La domanda di matrimonio”, caratterizzato dagli stessi umori della nostra commedia, dato che ambedue sono ambientate nell’ambiente rurale.